"Ma che è questo? Un Giallo Mondadori? Che
ci fa in mezzo ai manga?"
"Ma no! Non vedi che è il manga di Detective
Conan?
"Hm? Vuoi dire di quel cartone col tizio che porta
sfiga e droga la gente?"
"Sì, quello!"
"Naaaah, lascialo lì...è una serie noiosa,
ripetitiva, tutta uguale...uh guarda! E' uscito il nuovo
numero di Dylan Dog!"
Se credete di riconoscervi nei dialoghi sopra riportati,
che probabilmente si ripeteranno in non poche edicole del
Bel Paese dal 2 febbraio prossimo-data di pubblicazione,
da parte della Star Comics, del primo numero
del manga di Detective Conan-continuate
a leggere...ma anche se non vi ritrovate in tali ameni figuri,
ma volete saperne di più su questa serie e, soprattutto,
sui motivi per cui dovreste sganciarvi tre virgola dieci
euro al mese per oltre quattro anni, continuate a leggere
lo stesso...
Era il maggio del 2002 quando sbarcò su Italia
1, in quel periodo regno incontrastato delle repliche
di Dragon Ball, la serie animata di Detective
Conan. La rete tanto odiata dagli appassionati
di animazione l'aveva acquistata presumibilmente in virtù
del suo successo (ai tempi erano già usciti 30 volumi
del manga e quasi 300 episodi dell'anime), che, nonostante
la quasi assoluta mancanza di pubblicità, le numerose
censure ( fortunatamente, alla seconda trasmissione, parzialmente
alleggerite), e l'assenza di gadget ispirati alla serie,
si replicò anche nel nostro Paese, dove gli ascolti
arrivarono a pareggiare quelli del ben più blasonato
"I Simpson". Nonostante l'ampio
consenso, però, non sono pochi a considerare questa
serie infantile, ripetitiva, esageratamente inverosimile...insomma,
un qualcosa da guardare anche con piacere in televisione,
gratis, ma per cui non vale la pena cacciare i dindi per
il manga, specie consideratane la lunghezza...eppure, chi
non si è accontentato della versione televisiva (peraltro,
come già accennato, non immune da manipolazioni da
parte di Mediaset), e si è procurato la versione
cartacea, ha trovato in essa una profondità e un'originalità
non facili da intuire all'inizio, scoprendo quello che si
può considerare un piccolo capolavoro, ricco di punti
di forza...analizziamoli uno a uno:
-La trama. La serie si può
idealmente dividere in due parti: la prima racconta del
protagonista della serie, Shinichi Kudo,
un ragazzo di 17 anni, ottimo studente, sportivo, ricco
di famiglia, adorato dalle ragazze, insomma il classico
ragazzo perfetto (e un po' odioso...). Shinichi è
un detective: appassionato di romanzi gialli fin dall'infanzia
(d'altronde il padre è un giallista), è abilissimo
nel risolvere i più complicati casi di omicidio,
tanto che le sue collaborazioni con la polizia locale lo
hanno reso famoso. Un giorno, mentre torna insieme a Ran,
sua amica d'infanzia (ma è implicito che tra i due
ci sia qualcosa di più) da una gita con tanto di
cadavere incluso a un parco giochi, il nostro protagonista
sente due strani tizi vestiti di nero confabulare di loschi
traffici, e, salutata l'amica, origlia le loro conversazioni...peccato
che i due uomini lo scoprano, e dopo averlo stordito lo
costringano ad ingoiare un farmaco sperimentale il quale
dovrebbe ucciderlo senza lasciare tracce. Ma Shinichi, invece
di morire, si ritrova ad avere l'aspetto di un bambino di
sette anni!
Si vede così costretto ad assumere l'identità
di Conan Edogawa (prendendo spunto dai
nomi di Arthur Conan Doyle, autore delle
storie di Sherlock Holmes, e Ranpo
Edogawa, giallista giapponese), e, fingendosi parente
del professor Agasa, suo vicino di casa a cui ha rivelato
quel che gli è successo, andare a vivere insieme
a Ran e a suo padre, il detective privato Kogoro
Mori (Goro nella versione italiana dell'anime),
sperando tramite i casi a lui affidati di riuscire a scoprire
qualcosa sugli uomini in nero che hanno causato la sua attuale
condizione...peccato che Kogoro sia un detective incapace
e pasticcione, e Conan si ritrovi a risolvere i casi al
posto suo, grazie ai gadget prontamente inventati dal dottor
Agasa...
La vicenda si struttura in forma di episodi autoconclusivi,
incentrati su un delitto (quasi sempre un omicidio): il
protagonista, e il lettore con lui, ha a disposizione gli
indizi che lo porteranno a scoprire il colpevole e le modalità
con cui ha agito. In questa prima fase la trama di fondo,
che concerne la misteriosa Organizzazione cui fanno parte
gli uomini in nero, non ha molto spazio, anche se va detto
che i cenni ad essa presenti nei primi volumi nel manga
sono scomparsi nei primi episodi dell'anime (causando anche
problemi di continuity). Le cose cambiano quando entra in
scena Ai Haibara, ossia la
creatrice del farmaco che ha causato il ritorno all'infanzia
di Conan; Ai faceva parte dell'Organizzazione con il nome
in codice di Sherry, ma si è ribellata ad essa dopo
che sua sorella è stata uccisa, venendo così
condannata a morire...ma, ingoiando anche lei il farmaco
(l'APTX 4869), è tornata bambina
ed è riuscita a fuggire dall'Organizzazione, trovando
rifugio a casa del dottor Agasa e, dopo l'iniziale diffidenza,
la collaborazione di Conan, insieme al quale cercherà
di trovare un antidoto al farmaco e un modo di sconfiggere
l'Organizzazione...
Con l'entrata in scena di Ai si può dire che inizi
la seconda, e più interessante, parte del manga:
se gli uomini in nero ritengono morto Shinichi, non la stessa
cosa vale per la loro Sherry, per cui la
loro minaccia e presenza si farà molto più
vicina e pericolosa...uno dopo l'altro fanno la loro entrata
in scena misteriosi, inquietanti personaggi, ciascuno dei
quali sembra nascondere qualcosa, nessuno dei quali, forse.
è davvero chi sembra...in un abile gioco di indizi,
piste false, situazioni ambigue, il lettore è portato
a non fidarsi di nessuno...cose che potevano essere date
per ovvie vengono rovesciate inaspettatamente, si impara
a non escludere nessuna possibile interpretazione di una
scena, di una frase, di uno sguardo, in una trama costituita
da brevi gialli che è essa stessa un giallo, che
sta alla base di tutta la serie, dei personaggi che la popolano,
delle vicende che a loro accadono...arrivando a numerosi
colpi di scena, che destabilizzano il lettore, nel contempo
rispondendo a vecchi quesiti e ponendone di nuovi...fino
ad arrivare a un finale che ancora non è stato scritto,
ma, c'è da esserne sicuri, non avrà nulla
di prevedibile. La serie ha infatti superato la quota di
500 episodi su rivista, ma non accenna a finire, e, nonostante
la lunghezza, non cessa di appassionare il lettore, che
arriva a costruirsi teorie anche assurde che diano spiegazione
ai numerosissimi misteri della serie...peccato sia impossibile
distinguere tra indizi veri e falsi!
-I personaggi.. In generale, i
personaggi della serie sono abbastanza realistici (a dispetto
delle situazioni in cui si trovano!); non ci troviamo mai
di fronte alle classiche macchiette dei manga, come il pervertito,
la ragazza fan service, l'imbranato, e così via:
se ciascun personaggio ha i suoi pregi e i suoi difetti,
essi non sono mai tali da squilibrarsi a vicenda (perfino
Kogoro, che rappresenterebbe la "spalla comica"
della serie, possiede una personalità complessa che
raramente mostra, anche a causa di certi avvenimenti del
suo passato). Sono soprattutto i personaggi femminili a
distinguersi, nella serie, per la loro profondità:
se la protagonista è la classica "brava ragazza"-
comunque molto più forte di quanto non possa sembrare-
è Ai, seppur entrata in scena a serie inoltrata,
la vera rivelazione del manga, in grado di sopravanzare
con il suo carisma tutti gli altri personaggi. La caratterizzazione
della piccola scienziata è a dir poco eccezionale:
se inizialmente può sembrare il classico "personaggio
cinico segnato dalla vita ma in fondo buono", si vede
presto come questo stereotipo le stia stretto; il suo comportamento
non è mai ovvio e scontato, non la si può
definire nè fredda, nè dolce, nè cinica,
nè sensibile; nè forte, nè debole...per
il semplice motivo che Ai è tutte queste cose insieme,
in un carattere pieno di sfaccettature che emergono pian
piano, nel corso della serie, conducendo il personaggio
verso un'evoluzione lenta e sofferta...la
Ai della sua prima apparizione è molto diversa da
quella che possiamo vedere oggi, ma allo stesso tempo, è
la stessa persona, così umana e vera che sembra uscire
dalle pagine. Fondamentale in questo processo sarà
il rapporto con il protagonista, all'inizio di pura collaborazione,
ma che proseguendo nella serie assume i connotati di una
relazione complice e affettuosa, dando vita a numerose situazioni
dolci e commoventi...non a caso molti fan sperano che il
loro rapporto si risolva in una relazione d'amore, soluzione
purtroppo molto improbabile...ma il loro rapporto così
com'è non impedisce anche al lettore "tradizionalista"
di apprezzare un'amicizia così abilmente e delicatamente
costruita. L'altra "diva" della serie è
Vermouth, una celebre attrice che fa parte
dell'Organizzazione degli uomini in nero, e che, per gran
parte della serie, costituisce il volto della minaccia che
grava sui nostri protagonisti; di più non si dirà,
per non fare spoiler, ma questa meravigliosamente diabolica
villain, pur comparendo in scena direttamente poche volte,
farà sentire il suo fiato sul collo di Conan e gli
altri costantemente...ma, come ogni buon villain che si
rispetti, non mancherà di far chiedere al lettore
da che parte stia veramente...
-L'originalità. Il mercato
dei manga per ragazzi abbonda di fumetti basati perlopiù
su combattimenti, trame fantasy, cicli di tornei...Conan
invece ha un'ispirazione molto diversa, ossia il giallo
classico, quello di Conan Doyle e della Christie per intenderci
(ma non mancano citazioni a molti altri autori). Come nelle
loro storie, i gialli di Conan sono strutturati come un
enigma da risolvere: al lettore sono dati i vari pezzi che
lo compongono, e sta a lui capire come ricostruirli, scoprendo
come è stato commesso il delitto e da chi...non conta
che la soluzione sia assolutamente verosimile (come nelle
opere degli autori inglesi, anche in Conan spesso le soluzioni
sono troppo macchinose per essere realistiche), ma che funzioni,
come il meccanismo di un orologio. Si tratta quindi di una
serie che si basa non sull'azione, ma sul ragionamento e
sull'attenta valutazione dei dialoghi e delle situazioni,
e questo vale non solo per gli episodi autoconclusivi ma
anche e soprattutto per la trama di fondo, dove non è
raro imbattersi in un indizio apparentemente insignificante
che poi si rivela fondamentale...si tratta quindi di un'opera
forse meno fruibile di un Dragon Ball, ma decisamente meno
lineare e scontata- e, appunto, originale.
Ma sono anche altre le cose in cui Conan si distingue dalla
massa: la quasi totale assenza di fanservice, per esempio,
che riduce al minimo la presenza di "scorci ravvicinati"
delle parti anatomiche delle ragazze del manga...non è
cosa da poco, considerato anche quanto facilmente poteva
essere sfruttata la condizione del protagonista per gag
di questo genere, la rinuncia dell'autore alla tentazione
di usare simili stratagemmi per far presa sul pubblico,
in cui spesso cadono anche gli autori più abili.
Originale è anche la struttura della trama, che,
a differenza della maggior parte dei manga, soprattutto
per ragazzi, mostra un'elaborazione curata nei minimi particolari,
in cui le vicende più importanti sono decise fin
dall'inizio, e quindi costruite e possibili da prevedere
con largo anticipo rispetto al loro verificarsi. In un mercato
pieno di manga in cui l'autore, esaurite le (poche) iniziali
idee, va avanti improvvisando con risultati spesso magri,
anche questo non è poco.
In conclusione, Detective Conan è
un'opera davvero valida, purtroppo da molti sottovalutata,
perchè ci mette tempo a scoprire le sue potenzialità...e
perchè l'anime, anche se complessivamente ben fatto,
non è in grado di mostrarle interamente. Invece di
acquistare il solito "manga che si picchiano",
provate a dare una possibilità alle vicende del piccolo
detective; non ve ne pentirete!
Vermouth
Detective
Conan Forum